Il mental coach nello sport. Vincere come Marcell Jacobs

Vincere come Marcell Jacobs: il ruolo del mental coach nello sport

Vincere come Marcell Jacobs: il ruolo del mental coach nello sport

 

Quello di Marcell Jacobs è un nome che abbiamo imparato a conoscere tutti, soprattutto dopo le Olimpiadi di Tokyo 2020.

Velocista, ex lunghista, campione olimpico nei 100 metri piani e nella staffetta a quattro, recordman europeo.

Tanti successi, ma anche sacrificio, impegno, infortuni e incidenti di percorso.

Marcell ha dichiarato pubblicamente che, dietro alle sue vittorie, c’è anche il contributo importante di una “sport training coach”: la prima persona che ha ringraziato dopo l’oro olimpico.

Cos’ha fatto la differenza, nel suo caso? E come può aiutarti un mental coach nella tua carriera sportiva?

 

Chi è un mental coach sportivo?

Un mental coach sportivo è un professionista che non si sostituisce all’allenatore o al preparatore atletico, ma che aiuta gli sportivi a essere preparati non solo fisicamente, ma anche mentalmente.

Stress e forte pressione psicologica, mantenere sempre alta la concentrazione, saper reagire agli infortuni e alle sconfitte, essere performanti in gara: sono tante le sfide da affrontare per un atleta, soprattutto a livello agonistico.

Un mental coach aiuta a far sì che la mente supporti il fisico per vincere.

Il potenziale di partenza infatti, dato da talento e preparazione tecnica, ha spesso bisogno di essere liberato e amplificato da uno stato mentale ottimale.

Come? Limitando le interferenze e le distrazioni che agiscono sulla psiche, grazie a un percorso personalizzato e un mix di tecniche per portare l’atleta a esprimere il meglio di sé.

 

Cosa fa un mental coach per gli atleti?

Mente, corpo ed emozioni: più sono in equilibrio tra loro, migliore sarà la performance finale.

Anche il mondo sportivo si sta progressivamente rendendo conto di quanto la mentalità e gli stati emotivi pesino sui risultati finali.

Un mental coach sportivo allena la mente proprio come un preparatore atletico, stabilendo prima gli obiettivi che l’atleta vuole raggiungere, per poi costruire insieme un percorso.

In che modo?

Ad esempio, partendo dalle interferenze e dai blocchi mentali che pregiudicano il successo sportivo o i buoni risultati durante le competizioni.

Oppure, agendo fin da subito individuando paure, insicurezze, mancanza di concentrazione o di motivazione. 

Tempi e modalità variano per ciascun individuo, ma neuroscienze applicate allo sport, conoscenza di meccanismi mentali standard e veri e propri esercizi guidati hanno tutti un forte ruolo nel lavoro di un mental coach sportivo.

L’unione e l’applicazione di più discipline può avere effetti straordinari.

 

L’esempio di Marcell Jacobs e Nicoletta Romanazzi

Nicoletta Romanazzi ha seguito Jacobs per un anno, prima della vittoria a Tokyo 2020.

Mental coach sportiva, lavora con atleti anche molto diversi tra loro.

Nicoletta ha dimostrato assieme a Marcell che, contrariamente a quanto si pensi, un preparatore mentale è d’aiuto in ogni momento della crescita e della carriera di un atleta, e non soltanto nelle fasi di crisi più evidenti o profonde.

Chi si prepara a gestire lo stress, la pressione psicologica e mediatica, le aspettative proprie o altrui, può puntare davvero alla vittoria.

Nel caso di Marcell, il supporto di una mental coach lo ha aiutato a sbloccare il suo potenziale, gestire l’ansia da prestazione prima delle competizioni, risolvere alcuni blocchi psicologici radicati nel suo passato.

Grazie soprattutto a un lavoro sulla centratura, cioè sull’allineamento perfetto tra mente e corpo senza distrazioni esterne, Marcell è diventato protagonista di uno dei momenti più alti ed emozionanti della storia sportiva italiana.


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